domenica 25 aprile 2010

I Racconti di Aldo : L'incontro..


Un' altro bellissimo racconto di mio padre, pieno di emozioni, che vi propongo con molto piacere...
Buona lettura..



Una mattinata piovosa e fredda. Aldo, parcheggiata l’auto in uno spiazzo erboso, stava aspettando al riparo di una tettoia di legno l’arrivo dell’amico Alberto. Fra pochi minuti avrebbe rivisto sua madre dopo 35 anni. Dopo tutto quel tempo non se lo sarebbe mai aspettato e nemmeno voluto. Era passata una vita, la sua vita. I figli erano diventati grandi, lui aveva fatto un mucchio di cose. Era diventato un uomo la cui passione per il proprio lavoro e quella di cercare di approfondire le cose del mondo, gli avevano mitigato le ansie giovanili. Ora si sentiva o si credeva forte, comunque quell’incontro l’avrebbe evitato volentieri.

Di li a poco arrivò Alberto, un medico suo amico. Dopo un breve saluto e banali commenti sul tempo, tanto per stemperare la tensione densa come una marmellata, si incamminarono lungo una strada di terra battuta che sfregiava un campo verde smeraldo. In fondo alla strada vedevano la costruzione dove Aldo avrebbe rivisto sua madre. Camminavano fumando e senza parlare, senza nemmeno ripararsi da una pioggia fitta e leggera che faceva luccicare l’erba del prato.
In breve raggiunsero il cancello di ingresso dove due uomini con una cappa grigia li stavano aspettando.
Senza troppe cerimonie li invitarono a seguirli. Aldo non si sentiva particolarmente incuriosito, anzi. Sapeva perfettamente che, come gli capitava ogni volta che doveva affrontare situazioni a lui poco note e per le quali non era particolarmente attrezzato, la sua mente faceva scattare dei meccanismi di difesa che di fatto consistevano nel limitare le capacità di relazionarsi con la realtà. Era come se ciò che stava vivendo in prima persona, lui stesso lo osservasse stando ad una certa distanza dalla situazione reale. Questo lo isolava dal contesto e gli dava la possibilità di decidere con una certa calma su cosa fare e come reagire. Spesso questo meccanismo era uno spiacevole ostacolo al vivere le emozioni con immediatezza e genuità. Ma era così! Non aveva mai approfondito se quella fosse una cosa comune nel genere umano o no.
Ogni tanto Alberto lo guardava per cercare di capire se tutto andava bene, ma dall’atteggiamento di Aldo non era in grado di trarre alcuna informazione.
Il posto era veramente molto tranquillo e ben curato. Vialetti di ghiaia delimitati da alberi verdi e slanciati verso il cielo, portavano verso piccole ma pretestuose costruzioni sulle porte delle quali erano posti vasi di fiori colorati e freshi. C’erano anche degli spiazzi erbosi con panchine di marmo e piccole fontane che avevano l’evidente pretesa di rendere il luogo il più accogliente possibile.
In pochi minuti erano arrivati dove Aldo avrebbe rivisto sua madre.
Prima di voltarsi verso il luogo dove stava la donna, Aldo si informò brevemente sulle sue condizioni. Fu presto rassicurato che nonostante il tempo trascorso era in buone condizioni. Ora doveva solo girarsi.
Il movimento era breve, ma in quel lasso di tempo Aldo capì che il famoso meccanismo di prevenzione delle emozioni, non stava funzionando al meglio.
Improvvisamente si ricordò nei minimi particolari il momento nel quale sua madre l’aveva lasciato. Fu drammatico, ma inevitabile. Tutto l’amore che madre e figlio si erano scambiati si era trasformato in dolci ma brucianti ricordi.
Ormai non c’era più tempo. Aldo si era girato.
La sorpresa fu immensa. Sua madre era li. Il suo aspetto era quello di 35 anni prima. Per lei il tempo non era passato se non per il colorito della sua pelle e per i capelli ormai molto radi. Incredibile, lui era invecchiato, lei no! Altro che guardare le situazioni dall’esterno!
Ripresosi dalla sorpresa, Aldo la guardo con interesse quasi scentifico. Scrutò con insistenza il suo viso quasi volesse intravvedere un impossibile mutamento dell’espressione. Passo lo sguardo su tutto il suo gracile corpo racchiuso in un elegante vestito scuro abbellito con delicati motivi floreali.
Lo sguardo si soffermò sulle sue mani lunghe, affusolate, ben curate.
Voleva parlarle, ma sapeva che non l’avrebbe sentito. Voleva abbracciarla, farle sentire quanto ancora le voleva bene nonostante il drammatico distacco, ma lei non avrebbe reagito. L’unica cosa che fece fu quella di fotografare nella propria mente quell’istante.
Un brivido gli percorse il corpo dalla testa ai piedi. Si appoggio solo per un attimo al braccio di Alberto e per darsi un minimo di contegno si accese una sigaretta.



Uno degli uomini che li aveva accompagnati gli si avvicinò con circospezione rispettoso della situazione che intuiva Aldo stesse vivendo e con voce di circostanza gli disse:”Caro dottore sua madre è in ottime condizioni. Il processo di mumificazione non è assolutamente completato. La riesumazione non può essere eseguita. L’unica cosa da fare è quella di ricoprirla di terra senza rimettere il coperchio della bara. Lei è d’accordo?”
Aldo senza dire una parola e senza tradire alcuna emozione, anche se nella sua testa regnava il caos più assoluto, lo allontanò con gentilezza e raccolta una pala da terra, avvicinatosi alla fossa, dopo aver dato un ultimo ed irripetibile sguardo a sua madre, iniziò a coprirla con la terra bagnata dalla pioggia fitta e sottile.
Marina di Pisa 24 aprile 2010



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